Una casa il cui interno sia aperto e manifesto come il nido di un uccello.*

Un giorno venni a conoscenza del “convento” leggendone la breve descrizione data dal Mario Faini, nel suo Andar per Ronchi. Non avendone trovata traccia in nessun altro testo, non ci pensai più, credendolo ormai integrato in qualche nuova costruzione se non addirittura scomparso. Invece, ripassando per il sentiero 4, sul finire della scaletera, laddove il Faini lo aveva localizzato, me lo ritrovo davanti, tutto arruffato dalle edere, e ammatassato con i rovi, mortificato dal tempo. Su certe carte geografiche è segnalato anche come cascina La Torre, ma il Faini ipotizzava fosse un antico romitorio di cui lui, nel lontano 1986, riusciva ancora a distinguerne qualche scampolo di affresco. Ad ogni modo, ricordatevi che esiste: alla fine della scaletera, sul sentiero 4, poco al di sopra delle Piazze, seguite il sentiero che sfugge nel bosco di sinistra per riconoscere la piccola struttura scarmigliata, sarà felice di godere un poco della vostra compagnia.