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La Tomba del Bonomini

Brescia 23 dicembre 1837

Testamento di me sottoscritto Angelo Bonomini del fu Gio. Antonio nativo e domiciliato in Brescia.

Reso agli eterni riposi il giorno 30 aprile 1835, trentacinque, d’impreveduta, prematura, repentina morte, il leale, buono, attivo, e generoso mio socio nella nostra Ditta Angelo Bonomini e Compagno, il Signor Giuseppe del fu Girolamo Simoni di qui, che ben degno e meritevole presceglieva a mio Erede; necessitato mi trovo ad ordinare come determino le seguenti disposizioni di mia ultima volontà, che comando e ritengo saranno fedelmente ed esattamente eseguite.

Primo — Mio Erede universale e rappresentante nomino e chiamo in ogni mio avere, diritti, azioni e sostanza, niente eccettuato, l’Ospitale Maggiore di Brescia, che dall’ottenuta aggiudicazione definitiva, ed immissione in possesso della mia Eredità, do ed ingiungo l’obbligo della prestazione degli infrascritti legati, ed esecuzione delle seguenti ordinazioni, certo che saranno fedelmente ed esattamente adempite, riportandomi anche pel mio Funerale.

Secondo — Pagherà detto mio Erede entro un anno dall’ottenuta mia eredità in valuta sonante, senza frutto: — a mia sorella Maria Eugenia Bonomini, fuggita il 18 agosto 1828, austriache lire tremila, dico L 3000. — a suor Maria Domenica Geltrude Torini del fu Giovanni ex Monaca, qui domiciliata, simili lire duemila £. 2000. — a suor Colomba Presti presso detta Torini lire Mille £. 1000. — a Catterina Bontempi Abeni trovandosi al mio servizio, alla mia morte simili lire cinquecento £. 500.

Terzo — Condono a tutti i miei Ortolani, e roncari i loro debiti verso di me.

Quarto — Lo stesso mio erede viene obbligato entro due anni dopo la mia morte di far eseguire nello stesso mio ronco suburbano a San Fiorano ed in quel luogo eminente, che crederà prescegliere per il più atto, un Monumento Marmoreo in continuata memoria della Ditta Angelo Bonomini e Compagno, fregiato di iscrizione ed emblemi che la ricordano, ed ornato di busti dei due proprietari e rappresentanti la stessa il rapitomi con dolore Giuseppe Simoni e me sottoscritto Testatore;

Per l’erezione del detto monumento, detto mio erede dovrà erogare la somma di austriache lire trentamila, dico £. 30.000 o quel più che occorrere potesse per renderlo meglio vistoso nell’adattamento del suolo.

Quinto — Tanto il detto mio Ronco a San Fiorano con le mobilie, e tutto quello che vi si ritroverà esistere, quanto il Ronco attiguo acquistato da Paolo Bielli, come la pezza di terra chiamata Terramiale acquistata dall’Ospitale, li dichiaro perpetuamente inalienabili e di fondazione del mantenimento del Monumento d’erigersi, obbligando il nominato mio erede ad una messa quotidiana perpetua d’essere celebrata nella Chiesa di San Fiorano confinante a detto mio Ronco, corrispondendo l’elemosina di lire tre austriache per ogni messa da celebrarsi da un Cappellano custode di detto monumento, oltre l’abitazione di continua residenza gratis nella casa dominicale di recente costruzione in detto mio ronco; il Cappellano dovrà essere nominato dal mio erede o dalla Commissione perpetua da me prescelta come provveduto.

Sesto — Lo stesso mio erede avrà il peso di mantenere accesa ogni notte, cioè all’ora cosidetta dell’Ave Maria della Sera a quella della cosidetta dell’Ave Maria della mattina una lucerna a quattro fiaccole nel monumento da erigersi, onde ivi maggiormente ricordare la memoria di me, del mio Socio carissimo e della nostra Ditta.

Settimo — Obbligo pure il mio erede di procurare dall’Autorità competente o dalla Clemenza Sovrana l’abilitazione onde le spoglie mortali del mio Socio, le mie e quelle dell’Arciprete Don Gio. Battista Bonomini, ed avvocato Girolamo Berardelli ivi potranno, piacendo, aver con noi memoria, siano depositate nel monumento da erigersi, ed il deposito sarà eseguito in cassa di piombo, ed in urna marmorea collocata nello stesso monumento, e con decente monumento funebre.

Ottavo — Ogni anno, dopo avvenuta la mia morte nella stessa Chiesa di San Fiorano saranno celebrati due anniversari con messa solenne e con sei Sacerdoti di messa alla nostra memoria, il primo, il giorno dopo in cui si celebra la Festa di San Fiorano, il secondo nel lunedì dopo la seconda domenica d’ottobre, nei quai giorni si dispenserà a quei Roncari, e Roncare impotenti o che oltrepassano li quarant’anni, indigenti, una soma formento in pane, e Zerle cinque Vino di buona qualità; braccia cento tela curata lino, e braccia duecento fustagno colorato, ed il monumento l’antecedente giorno a dette dispense e susseguente sera, e notte sarà illuminato con altre otto fiaccole ardenti, oltre le quattro perpetue nominate di sopra, sotto la sorveglianza della infrascritta commissaria.

Nono — In caso di mancanza del nominato mio erede a tutto, o parte di quanto ho sopra ordinato, sostituisco in erede la Commissaria perpetua, che nomino, e prescelgo nel reverendo Parroco pro tempore della Parrocchia di San Francesco di Paola, in quello del primo rappresentante di questa Città, onde sieno eseguite tutte le disposizioni sopra ingiunte, e con altra alternativa, che in mancanza di questa Commissaria, dovrà pagare e restituire tutto l’avuto e percetto a Monsignor Vescovo, che anche nei successori dovrà assumere l’esecuzione d’eguali obbligazioni ed adempimento perpetuo di queste ordinazioni.

Decimo —Le presenti disposizioni non saranno derogate che per diritto iscritto e nel solo caso che abbiano ripetuta la seguente segnatura. “Il monumento ordinato ricorderà per secoli la memoria dell’onorata Ditta Angelo Bonomini e Compagno e sia d’esem-pio alle popolazioni future”. Tutte dettate e scritte di mio pugno le presenti disposizioni in due originali, uno depositato nelle mie carte, l’altro consegnato a Suor Geltrude Torini, sono dietro matura ponderazione pur da me sottoscritte per l’imputabile esecuzione e l’abbia in ricordanza con me il mio Socio. Angelo Bonomini del fu Gio. Antonio.

Pubblicato oggi 2 (spazio bianco) 1841.

* QUOTE: Giuseppe Fusari "Itinerario storico, artistico, spirituale del Monte Maddalena"


  1. Giuffrida Salvatore
    Apr 2018 |
    È tutto molto interessante. Congratulazioni anche per il contenuto di tutto il sito. Mi piacerebbe conoscere anche il motivo per il quale il monumento è conosciuto come "La Tomba de Cane".
    • Raffaella Guerini
      Apr 2018 |
      Buongiorno Salvatore! Grazie di cuore per il tuo commento! Quell'appellativo si perde un po' nella notte dei tempi... Qualcuno afferma che derivi dal modo di dire, tipico della nostra terra, "non c'è nemmeno un cane", cioè "non c'è nessuno", perchè i corpi destinati a giacere nella tomba, per legge, non potevano essere sepolti in luogo diverso dal cimitero di Brescia. Bonomini e il socio Simoni infatti non furono mai trasferiti qui nonostante le volontà scritte nel testamento del ricco commerciante e il tempietto restò senza ospiti. Qualcun altro andava dicendo che vi fosse tumulato un cane, ma questa versione è senz'altro romanzata... Sull'architetto Rodolfo Vantini, che ne curò il progetto, vorrei aggiungere questa stupenda informazione: la sua torre del faro all'interno del cimitero monumentale di Brescia fu l'ispirazione per la Siegessäule, la Colonna della Vittoria, uno dei più famosi monumenti di Berlino, sul quale campeggia quell'angelo dorato celebrato in modo suggestivo nel meraviglioso film di Wim Wenders, "Il cielo sopra Berlino".
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