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Ogni mattina d’estate, mentre gli orti della Cascina Calina si accendono al sole e i suoi poderi accerchiano Il Portass per andare a languire sul sottosuolo del bosco dietro Cascina Ronchi (un tempo abitata dai Sareser), il sentiero 10 si sveglia pigramente su Via Dabbeni e zampetta verso le ombre della Val Fredda. Con il trasporto di una volpe curiosa, per prima cosa, trotta all’avventura tra le opere di ArteValle. Scende i tronchi-scale che sprofondano dentro i boschetti verso la Polveriera, e lì, tra rovi, castagni, felci, sambuchi e sorbi, fiuta e risveglia le opere ancora intorpidite dai silenzi della notte. Qui pare sul serio che qualche ninfa, per non subire l’amore di certi dei, abbia preferito tramutarsi in legno, e in pietra. Tra tutte, ora si fanno ben luminose le opere Nomina si nescis, perit et cognitio rerum di Stefano Bombardieri, Lettere per il cielo di Angelo Noce oppure Sfera di Guido Moretti. ArteValle è un laboratorio cosmico, un progetto di land art o arte ambientale, liberamente ispirato alla famosa associazione Arte Sella di Borgo Valsugana. La natura qui si fa ospite di arte contemporanea, con il nobile fine di sensibilizzare l’opinione collettiva sul futuro dell’ex polveriera e forse anche stimolare un pensiero nuovo verso il Monte e verso questi palmi di terra che conservano intatta la loro essenza. ArteValle è un’iniziativa dei Gnàri dè Mompià insieme con la fondazione Bobo Archetti Onlus.
A fianco di ArteValle ondeggiano nei prati come alte gramigne le riservette dell’ex Polveriera, un lotto militare adattato a deposito di munizioni per le emergenze della guerra ed acquistato dal comune di Brescia nel 2007 sotto l’amministrazione Corsini. Grazie alla passione dei Gnàri dè Mompià e alla loro incalzante volontà di salvaguardare, recuperare e rilanciare l’area, verranno presto inaugurati i lavori di ristrutturazione.
Risalendo a destra l’ampia e facile pista che costeggia il Rio Val Fredda, la strada s’allunga fino ad ormeggiare sulla loggetta della Casina e del Rifugio Valle di Mompiano, a metà del sentiero 10. Qui nasce anche il sentiero 16, al di là del ponticello sul Rio, mentre oltre la corte del rifugio, si schiude il Sentèr dei Brüsacc.
L’erto bosco di destra inghiotte il 10 alle spalle del rifugio che su questo lato s’appoggia sulla profonda piega del Rio Bodrio. Il sentiero sale come una bolla d’aria tra le crespe di faggi, carpini neri, rovi e Medolo e si issa e sussulta e s’arriccia sempre più in alto: infine arretra di fronte allo stoicismo della pozza di Cascina Margherita che lo sorprende, ormai stremato, fuori dal suo bosco.
*QUOTE: OVIDIO "APOLLO E DAFNE" - LE METAMORFOSI